CHE FORZA QUESTO BABBO
NATALE!
Correva voce già da
parecchio tempo che Babbo Natale stesse attraversando un periodo di
crisi: non vi preoccupate, non una crisi economica! Più che altro
una crisi psicologica! I tempi sono cambiati e anche i bambini ed i
loro desideri sono diversi. I giocattoli sono sempre più complicati
e solo Babbo Natale è rimasto lo stesso: sempre la solita divisa, la
stessa barba, il medesimo pancione, per non parlare poi della slitta,
stesse renne, stessi decori, insomma tutto uguale da anni e anni.
Troppo anche per uno legato alle tradizioni come lui. “ Il mondo
non è più quello di una volta” - spesso questo pensiero occupava
la mente di Babbo Natale quando, davanti al caminetto, trascorreva le
serate con in bocca la sua inseparabile pipa e tra le mani le lettere
che molti bambini ( forse pochi lo sanno) gli scrivono tutto l'anno,
chiedendogli consigli o raccontando le loro avventure come si fa con
un caro amico. Proprio durante una di queste serate la crisi, che già
covava da parecchio tempo nel nostro beniamino, raggiunse il culmine.
“Adesso basta!” - si alzò dalla poltrona sbottando - “ Nuovo
look per questo vecchio, tutti amano le novità? E allora quest'anno
saranno accontentati!” . Subito chiamò a raccolta i suoi famosi
collaboratori, i folletti. Questi simpatici e buffi ometti erano da
sempre al sevizio di Babbo Natale, fedeli e servizievoli in tutto, ma
terribilmente stupiti dalle richieste assurde che ricevettero quella
sera. Il cuoco, da quel momento in poi, doveva cucinare cibi
dietetici, il sarto realizzare un nuovo costume natalizio, il
barbiere studiare un nuovo taglio di barba e capelli, i giocattolai
creare giochi all'avanguardia e, dulcis in fondo, il folletto più
prestante fisicamente dare lezioni di ginnastica per far trovare la
linea di un tempo ( così almeno sosteneva lui) ad un uomo ancora
giovane e pimpante. Facile immaginare la preoccupazione che si
disegnò sul volto dei poveri ometti. L'espressione terrorizzata sul
volto di Musk, folletto dal fisico decisamente sportivo, la diceva
lunga su come sarebbero stati terribili i mesi prima di Natale. Ma si
sa, Babbo Natale è Babbo Natale e i suoi ordini, purtroppo, non si
discutono! Tutti si misero freneticamente al lavoro. I risultati
tardavano ad arrivare, perché la dieta studiata da Milk (il folletto
cuoco) non saziava ( e come poteva) l'uomo più amato dei bambini e
lo rendeva di cattivo umore. Il sarto Filk non riusciva a
confezionare un abito decente, il barbiere Forbik cambiava
continuamente idea sul taglio e il povero Musk continuava a perdere
peso mentre il suo capo nemmeno un grammo. Tuttavia, tra mille
difficoltà, alla vigilia di Natale, il nuovo Babbo Natale era
pronto: magro di qualche etto, fasciato in una tutina verde e gialla
con berretto blu, sbarbato con pizzetto da moschettiere si sentiva in
piena forma. Non guardò neppure nel sacco per verificare se i doni
erano ben confezionati. Si fidava ciecamente dei suoi collaboratori e
saltò ( si fa per dire) sulla slitta rimessa a nuovo per
l'occasione. Le renne, tosate e pennellate a pallini fosforescenti,
poco gradivano il nuovo look. In realtà gli animali erano gli unici
ancora rimasti con i piedi, pardon, con le zampe ben piantate a
terra. Nel vederlo partire i folletti tremavano e non certo per il
freddo! Prevedevano guai e mai previsione fu più azzeccata! I
giocattolai intanto facevano le valige, i regali che avevano
preparato ( tra l'altro tutti uguali) erano certi che avrebbero fatto
arrabbiare Babbo Natale. Quindi meglio cambiar aria prima del suo
ritorno. E Babbo Natale? Che notte da dimenticare! I genitori che gli
aprivano la porta scoppiavano dal ridere credendo ad una trovata
pubblicitaria ma, dopo le sue affannose spiegazioni circa il nuovo
look, lo facevano entrare ma lo guardavano poco convinti e
decisamente riluttanti al cambiamento. I pochi bambini che erano
riusciti a vederlo di nascosto rimanevano a bocca aperta, poi si
buttavano sul letto dandosi pizzicotti per sapere se erano davvero
svegli. Il povero Babbo Natale, sempre più avvilito, finì pure in
guardina. I poliziotti di ronda notturna, avevano multato la sua
slitta in divieto di sosta e, alle sue spiegazioni circa il permesso
di parcheggiare ovunque visto il suo importantissimo compito, lo
portarono in commissariato, scambiandolo per un ladro travestito
(pure male) che, spacciandosi per Babbo Natale, entrava nelle case a
far man bassa. Che umiliazione! Quando le sue generalità furono
accertate, i poliziotti, terribilmente avviliti, si scusarono,
pregandolo però di capirli. Così conciato era davvero
irriconoscibile e sospetto. Perdono accordato e regalo dato in segno
di pace, anche se ormai bambini non lo erano più. Che notte! Mentre
rincasava, Babbo Natale decise che la modernità non faceva per lui e
che in fondo a tutti piaceva così com'era sempre stato. “Il
prossimo Natale tutti riavranno il solito Babbo Natale, con la solita
divisa, la stessa (speriamo ricresca in fretta) barba e la medesima
pancia (per quella nessun problema!). E i regali? Già, quei
pacchetti tutti uguali, rettangolari, piuttosto piccoli, solo adesso
si ricordava di non averli controllati, ma per fortuna (o per
sfortuna), ne era avanzato uno nel sacco. “Lo aprirò a casa” -
pensò. Esausto per la nottataccia, rientrò nella sua abitazione
dopo aver sistemato slitta e renne nella stalla. Si mise il pigiama,
prese l'inseparabile pipa e si sedette sulla cara e vecchia poltrona.
“Non c'è nessuno in giro” - rifletté - “strano, di solito mi
aspettano tutti alzati per chiedermi com'è andata, bah! Si vede che
li ho fatti lavorare troppo e sono già andati a dormire”. Mentre
pensava spacchettava il regalo rimasto. Era un dvd. Sempre più
incuriosito accese il video e lo inserì. Povero Babbo Natale! Non
sapeva che l'ultima moda in fatto di regali erano proprio i dvd per i
più piccoli e i giochi del “grande fratello” per i più
grandicelli! Una telecamera lo aveva ripreso di nascosto durante le
sue buffe ore di ginnastica, le sue mangiate a uovo sodo e insalate,
le sue sedute dal sarto e barbiere e con lui i folletti, anch'essi
ripresi a loro insaputa durante i preparativi. Ne venne fuori un
divertentissimo ed inedito film. Anche Babbo Natale, dopo un
comprensibile stupore iniziale, si divertì moltissimo e alla fine
esclamò: “ Ben mi sta! Il prossimo anno trenini, costruzioni,
peluche, bambole e giochi di società per tutti!”. E i folletti
giocattolai? Tutti alle Hawaii, giusto il tempo per far calmare le
acque. E i bambini? Tutti davanti alla televisione, felici di aver
trascorso qualche ora con l'uomo più simpatico del mondo. Ed io? Io,
che non credevo più a Babbo Natale, gli sto scrivendo una lettera
per complimentarmi con lui e per pregarlo di farci sognare ancora, ne
abbiamo tanto bisogno!