mercoledì 2 dicembre 2015

CHE FORZA QUESTO BABBO NATALE!

Ed ecco un originalissimo e divertentissimo racconto di Natale per piccoli ..e grandi!

CHE FORZA QUESTO BABBO NATALE!


Correva voce già da parecchio tempo che Babbo Natale stesse attraversando un periodo di crisi: non vi preoccupate, non una crisi economica! Più che altro una crisi psicologica! I tempi sono cambiati e anche i bambini ed i loro desideri sono diversi. I giocattoli sono sempre più complicati e solo Babbo Natale è rimasto lo stesso: sempre la solita divisa, la stessa barba, il medesimo pancione, per non parlare poi della slitta, stesse renne, stessi decori, insomma tutto uguale da anni e anni. Troppo anche per uno legato alle tradizioni come lui. “ Il mondo non è più quello di una volta” - spesso questo pensiero occupava la mente di Babbo Natale quando, davanti al caminetto, trascorreva le serate con in bocca la sua inseparabile pipa e tra le mani le lettere che molti bambini ( forse pochi lo sanno) gli scrivono tutto l'anno, chiedendogli consigli o raccontando le loro avventure come si fa con un caro amico. Proprio durante una di queste serate la crisi, che già covava da parecchio tempo nel nostro beniamino, raggiunse il culmine. “Adesso basta!” - si alzò dalla poltrona sbottando - “ Nuovo look per questo vecchio, tutti amano le novità? E allora quest'anno saranno accontentati!” . Subito chiamò a raccolta i suoi famosi collaboratori, i folletti. Questi simpatici e buffi ometti erano da sempre al sevizio di Babbo Natale, fedeli e servizievoli in tutto, ma terribilmente stupiti dalle richieste assurde che ricevettero quella sera. Il cuoco, da quel momento in poi, doveva cucinare cibi dietetici, il sarto realizzare un nuovo costume natalizio, il barbiere studiare un nuovo taglio di barba e capelli, i giocattolai creare giochi all'avanguardia e, dulcis in fondo, il folletto più prestante fisicamente dare lezioni di ginnastica per far trovare la linea di un tempo ( così almeno sosteneva lui) ad un uomo ancora giovane e pimpante. Facile immaginare la preoccupazione che si disegnò sul volto dei poveri ometti. L'espressione terrorizzata sul volto di Musk, folletto dal fisico decisamente sportivo, la diceva lunga su come sarebbero stati terribili i mesi prima di Natale. Ma si sa, Babbo Natale è Babbo Natale e i suoi ordini, purtroppo, non si discutono! Tutti si misero freneticamente al lavoro. I risultati tardavano ad arrivare, perché la dieta studiata da Milk (il folletto cuoco) non saziava ( e come poteva) l'uomo più amato dei bambini e lo rendeva di cattivo umore. Il sarto Filk non riusciva a confezionare un abito decente, il barbiere Forbik cambiava continuamente idea sul taglio e il povero Musk continuava a perdere peso mentre il suo capo nemmeno un grammo. Tuttavia, tra mille difficoltà, alla vigilia di Natale, il nuovo Babbo Natale era pronto: magro di qualche etto, fasciato in una tutina verde e gialla con berretto blu, sbarbato con pizzetto da moschettiere si sentiva in piena forma. Non guardò neppure nel sacco per verificare se i doni erano ben confezionati. Si fidava ciecamente dei suoi collaboratori e saltò ( si fa per dire) sulla slitta rimessa a nuovo per l'occasione. Le renne, tosate e pennellate a pallini fosforescenti, poco gradivano il nuovo look. In realtà gli animali erano gli unici ancora rimasti con i piedi, pardon, con le zampe ben piantate a terra. Nel vederlo partire i folletti tremavano e non certo per il freddo! Prevedevano guai e mai previsione fu più azzeccata! I giocattolai intanto facevano le valige, i regali che avevano preparato ( tra l'altro tutti uguali) erano certi che avrebbero fatto arrabbiare Babbo Natale. Quindi meglio cambiar aria prima del suo ritorno. E Babbo Natale? Che notte da dimenticare! I genitori che gli aprivano la porta scoppiavano dal ridere credendo ad una trovata pubblicitaria ma, dopo le sue affannose spiegazioni circa il nuovo look, lo facevano entrare ma lo guardavano poco convinti e decisamente riluttanti al cambiamento. I pochi bambini che erano riusciti a vederlo di nascosto rimanevano a bocca aperta, poi si buttavano sul letto dandosi pizzicotti per sapere se erano davvero svegli. Il povero Babbo Natale, sempre più avvilito, finì pure in guardina. I poliziotti di ronda notturna, avevano multato la sua slitta in divieto di sosta e, alle sue spiegazioni circa il permesso di parcheggiare ovunque visto il suo importantissimo compito, lo portarono in commissariato, scambiandolo per un ladro travestito (pure male) che, spacciandosi per Babbo Natale, entrava nelle case a far man bassa. Che umiliazione! Quando le sue generalità furono accertate, i poliziotti, terribilmente avviliti, si scusarono, pregandolo però di capirli. Così conciato era davvero irriconoscibile e sospetto. Perdono accordato e regalo dato in segno di pace, anche se ormai bambini non lo erano più. Che notte! Mentre rincasava, Babbo Natale decise che la modernità non faceva per lui e che in fondo a tutti piaceva così com'era sempre stato. “Il prossimo Natale tutti riavranno il solito Babbo Natale, con la solita divisa, la stessa (speriamo ricresca in fretta) barba e la medesima pancia (per quella nessun problema!). E i regali? Già, quei pacchetti tutti uguali, rettangolari, piuttosto piccoli, solo adesso si ricordava di non averli controllati, ma per fortuna (o per sfortuna), ne era avanzato uno nel sacco. “Lo aprirò a casa” - pensò. Esausto per la nottataccia, rientrò nella sua abitazione dopo aver sistemato slitta e renne nella stalla. Si mise il pigiama, prese l'inseparabile pipa e si sedette sulla cara e vecchia poltrona. “Non c'è nessuno in giro” - rifletté - “strano, di solito mi aspettano tutti alzati per chiedermi com'è andata, bah! Si vede che li ho fatti lavorare troppo e sono già andati a dormire”. Mentre pensava spacchettava il regalo rimasto. Era un dvd. Sempre più incuriosito accese il video e lo inserì. Povero Babbo Natale! Non sapeva che l'ultima moda in fatto di regali erano proprio i dvd per i più piccoli e i giochi del “grande fratello” per i più grandicelli! Una telecamera lo aveva ripreso di nascosto durante le sue buffe ore di ginnastica, le sue mangiate a uovo sodo e insalate, le sue sedute dal sarto e barbiere e con lui i folletti, anch'essi ripresi a loro insaputa durante i preparativi. Ne venne fuori un divertentissimo ed inedito film. Anche Babbo Natale, dopo un comprensibile stupore iniziale, si divertì moltissimo e alla fine esclamò: “ Ben mi sta! Il prossimo anno trenini, costruzioni, peluche, bambole e giochi di società per tutti!”. E i folletti giocattolai? Tutti alle Hawaii, giusto il tempo per far calmare le acque. E i bambini? Tutti davanti alla televisione, felici di aver trascorso qualche ora con l'uomo più simpatico del mondo. Ed io? Io, che non credevo più a Babbo Natale, gli sto scrivendo una lettera per complimentarmi con lui e per pregarlo di farci sognare ancora, ne abbiamo tanto bisogno!



sabato 28 novembre 2015

L'alberello della felicità


Per Natale voglio fare un alberello virtuale, un pò particolare. 

Lo desidero addobbare con le lacrime di felicità che come mamma ho versato in questo anno fortunato.

Una goccia la metto per quando sei nato, tutto sporco e tramante ti ho abbracciato e tu hai smesso di urlare lasciandoti accarezzare.

Una per la tua prima poppata: insicura ti sei stretta a me ed io ti ho avvolto in una calda copertina baciando la tua tenera manina.

Una per la tua prima pappina con la quale hai sporcato e sbrodolato ogni cosa compresa la tua sorellina.

Una per il tuo primo dentino tagliato dopo mesi di dolore, grattate e sbavate.

Due gocce per le tue paroline perché ha pianto anche papà, lui dice che lo hai chiamato mentre ti passeggiava, in realtà la prima parolina è stata mamma ma sarà il nostro segreto e papà mai lo saprà.

Una per i tuoi primi passi un pò incerti e barcollanti, felice perché adesso puoi toccare tutto. Il tuo sorriso da coniglietta mi fa capire che sarai una bella discoletta.

Per ora mi fermo qua ma so che piangerò ancora tante lacrime di felicità per i tuoi progressi e le conserverò per l'alberello del prossimo anno.

Dimenticavo: ogni albero che si rispetti ha la sua punta, lì metterò la mia goccia più luminosa, quella della scoperta di aspettare te. 



giovedì 12 novembre 2015

E IL DESTINO DECISE PER ME (terza e ultima parte)

Una sera, tornato prima dal lavoro, ordinò a Consuelo e a me di farci belle che ci portava fuori a cena. Non ci facemmo pregare e in poco tempo eravamo pronte ad uscire. Cenammo in un elegante locale dove un pianista suonava musica soft. Emozionata per l'atmosfera provai un tonfo al cuore quando Fernando mi invitò a ballare. Tutte le signore presenti se lo mangiavano con gli occhi ed invidiavano me, stretta a lui in un lento da brivido. Consuelo ci guardava dal tavolo ed era visibilmente soddisfatta. Sfiorai lo svenimento quando piano mi disse: “ Questa notte vorrei venire da te...posso?” Una proposta del genere non mi era mai capitata, e poi all'amore...presa da mille impegni non avevo mai pensato. “Si” risposi, senza riflettere, ed un secondo dopo mi ero già pentita di averlo detto. Cosa poteva trovare di attraente in me un uomo come lui a cui donne bellissime erano di certo cadute ai piedi? Ero carina, proporzionata ma non certo il tipo da far girare la testa, eppure qualcosa di me lo aveva colpito...chissà cosa. Mentre tornavamo a casa ripensavo all'appuntamento per quella notte ed ero agitatissima. Consuelo dormiva sul sedile posteriore, Fernando guidava tranquillo e silenzioso, sembrava non ricordare le parole calde sussurrate poco prima. Forse ho sognato, pensai, ma sbagliavo nuovamente. Qualche ora dopo il nostro arrivo a casa, mentre la piccola dormiva profondamente nella sua cameretta, sentii bussare alla mia porta. Con voce tremante dissi “avanti” e lui entrò. Inutile descrivere quanto fosse bello avvolto nella sua vestaglia, si avvicinò al mio letto e mi baciò dolcemente sulle labbra. “ Ti desidero, ed è la prima volta che desidero una donna che non sia la mia povera moglie!” sincero e tenero, caldo e suadente, impossibile resistergli anche per una timorosa come me che non era mai stata con un uomo. E fu passione! Provai sensazioni uniche, indimenticabili, essere la sua donna, anche solo per una notte, fu bellissimo. Verso l'alba, prima di tornare in camera sua, mi diede un bacio e mi chiese: “ Sei pentita di esserti data a me?”. “No” risposi con fermezza “lo rifarei mille volte!” Lui sorrise e si ritirò. Ero così felice da non riuscire più a dormire e quando arrivò l'ora di alzarsi fu un sollievo. Svegliai Consuelo e poi scesi a preparare colazione. Intenta ad avvitare la caffettiera sobbalzai quando la voce calda di Fernando gridò – Buongiorno! - entrando in cucina. Appena si accorse del mio spavento si scusò dicendo che si sentiva così felice da volerlo gridare a tutti. La cosa mi fece un grande piacere ma lo pregai di abbassare la voce, la ragazza poteva entrare in cucina da un momento all'altro. “Ti dispiacerebbe se mia figlia scoprisse di noi due?” mi spiazzò. “Certo che no” risposi “anzi penso sarebbe felicissima di sapere che tra noi è nato qualcosa, ma è meglio essere cauti, non vorrei rimanesse delusa se tu un giorno...perdessi la testa per una bellissima, mettendomi da parte, io soffrirei da impazzire, ma anche lei ne rimarrebbe scossa, sai quanto tiene a noi due, ed in cuor suo spera che noi tre diventeremo presto una famiglia”. Il discorso si interruppe perché la ragazzina entrò tutta festante in cucina “ E' pronta la colazione? Ho una fame!” urlò “Certo, siediti che ti servo” Subito inzuppò la sua ciambella nel latte e tra un boccone e l'altro ripeteva la lezione di storia, Fernando sorseggiava il suo caffè continuando a guardarmi ed io, rossa come un pomodoro per l'imbarazzo, imburravo il pane. Fu una liberazione quando uscirono di casa. Rimasta finalmente sola ripensai a tutto quello che di meraviglioso mi era successo. L'incontro con Consuelo, l'amore con suo padre, quella bella casa che avevo fatto rifiorire, forse potevo cominciare a sognare davvero, magari un marito, dei bambini, chissà forse tutto poteva diventare reale. Ero innamorata! A quella notte d'amore ne seguirono altre ed ormai anche Consuelo aveva capito che tra suo padre e me c'era del tenero. Una famiglia felice, il sogno si stava realizzando. Tutto andò per il meglio fino a quando il mio uomo fu invitato ad una cena di lavoro. Il suo capo gli raccomandò di non mancare perché c'era in ballo un contratto importante per l'azienda. Lui desiderava starsene tranquillo con noi a casa ma fu costretto ad accettare. Da quella sera qualcosa cambiò. Alla cena prese parte anche l'affascinante figlia di un importante uomo d'affari e, come era prevedibile, non appena vide Fernando non lo mollò più. La corte serrata della bella e giovane ereditiera Laura Lawerence, a poco a poco, lusingò la vanità maschile dell'uomo che amavo, il quale, dopo un po' di resistenza, cominciò a lasciarsi andare. Ciò che accadde non lo so, ma da quella sera lui cambiò. A casa non era più affettuoso e dolce come un tempo, tornava sempre più tardi dal lavoro ed io e Consuelo a cena eravamo sempre sole. La notte non dormiva più con me ed anche con sua figlia non era più presente come in passato. Decisi di affrontare la situazione, dovevo chiarire una volta per tutte. L'occasione si presentò una sera che rincasò prima dal lavoro. “Fernando devo parlarti” dissi senza troppi preamboli. Lui, in silenzio, appese la giacca, posò la valigetta all'entrata e si accasciò mollemente sul divano. “Non so cosa ti stia succedendo” continuai “ ma non sei più l'uomo affettuoso e cordiale di un tempo, non sei più neanche un padre presente e Consuelo ne soffre molto, io vado alle riunione a scuola, parlo coi professori, mi occupo di tutte le sue necessità, ma lei ha bisogno anche di te, di sentirti vicino, sei suo padre, cavolo!” Fernando ascoltava silenzioso senza mai togliermi gli occhi di dosso “Anch'io” ripresi con un filo di voce “soffro molto per il tuo distacco...ma la colpa è solo mia...sapevo che non dovevo illudermi. C'è un'altra...vero?” Lui continuava a fissarmi in silenzio, ma i suoi occhi erano tristi. “Sii sincero, se la mia presenza in questa casa non è più gradita basta che tu me lo dica ed io me ne andrò. Non abbandonerò Consuelo, ma troverò un altro modo per occuparmi di lei!” Le lacrime mi bagnavano le guance ed un nodo alla gola quasi mi soffocava, ma dovevo continuare “Se...se hai trovato la donna giusta per te io...io sono pronta a farmi da parte...” le forze mi stavano abbandonando, anche volendo nessun'altra parola sarebbe uscita dalla mia bocca. Inaspettatamente lui mi prese le mani e sussurrò “Perdonami, è che lei somiglia come una goccia d'acqua alla mia povera Elisabeth, ed io mi sento molto confuso, ti prego non abbandonarmi, lasciamo solo un po' di tempo per ritrovare un equilibrio. Io ...ti voglio molto bene e Consuelo è tutta la mia vita...ma devo prendere una decisione importante ed ho bisogno di solitudine” Detto questo mi baciò sulla fronte e, lasciandomi le mani, si ritirò nel suo studio. Chi era questa Laura che tanto lo aveva turbato? Lo scoprii qualche giorno dopo quando ricevetti una sua visita inaspettata. Una mattina mentre ero intenta a fare le faccende sentii suonare al cancello, al videocitofono apparve una donna bionda, molto bella. Chiesi chi fosse ed ella rispose: “ Laura Lawrence, lei deve essere Elisa, mi scusi l'intrusione ma vorrei parlarle!” Dunque era quella la famosa Laura. Era davvero bellissima. La osservai mentre camminava sul sentierino che conduceva alla porta. Bionda, elegante, di gran classe. Impossibile competere con lei. La feci accomodare e le chiesi il motivo della sua visita. Laura non era solo bella, possedeva anche dei modi gentili ed un tono di voce delicato. “Così lei è la famosa Elisa!” esordì. Famosa io? Chi mai poteva aver parlato di me, non ero certo un argomento interessante di conversazione. “Sa” continuò “ la invidio molto” Lei invidiava me? Mi pizzicai per capire se stavo sognando “Io mi sono innamorata di Fernando e ho fatto di tutto per conquistarlo, lui è sempre stato gentile con me, ma a parte un bacio rubato non ho ottenuto altro da lui, ho pensato che forse c'era un'altra nella sua vita così ho indagato un po' e tutti i suoi colleghi mi hanno detto che in bocca ha sempre un nome oltre a quello della figlia...il suo!” Aveva parlato di me, allora ero davvero importante per lui. “Lei è molto fortunata” continuò “oggi gli ho chiesto di trasferirsi in Inghilterra, mio padre è un ricco imprenditore ed ha bisogno di uomini del suo livello, ma lui ha risposto no, mi ha chiesto scusa, ha detto che si sentiva molto attratto da me, ma che il suo cuore apparteneva a Consuelo e ad una piccola, semplice e dolcissima donna. Ecco perché sono qui, prima di ripartire per Londra, volevo conoscere colei che ha conquistato un uomo così ambito” “Immagino sia rimasta delusa!” dissi sottovoce “No, lei è carina e poi possiede senza dubbio qualità di cui non tutti posso pregiarsi” Laura era davvero gentile ed alla mano nonostante il suo aspetto regale. “ Non credo di possedere altro che un grande amore per Consuelo e Fernando, li amo tantissimo e per la loro felicità sarei pronta a farmi da parte!” Non mi lasciò terminare “Sono io che devo farmi da parte” disse prontamente “Fernando è molto fortunato. Ora devo andare, il mio aereo parte tra un'ora, è stato un piacere conoscerla, spero di rivederla un giorno, magari verrete a Londra tutti e tre!” Si alzò, mi strinse la mano e si avviò verso la porta, lasciando dietro di se una scia di gradevole profumo. Rimasta sola ripensai alle sue parole. Allora Fernando aveva scelto me, non sapevo se piangere o gridare dalla gioia. Una cosa era sicura, al suo rientro avrebbe trovato una donna nuova ad aspettarlo. Lasciai perdere i lavori di casa, presi la borsa, infilai la giacca e mi diressi dal parrucchiere. Con la testa apposto mi sentivo già diversa. Ora ci voleva un bel vestito e quel tubino nero un po' scollato che faceva bella mostra di se in una vetrina era perfetto. Lo provai ed anche la commessa mi fece i complimenti. Mancava solo un buon profumo. Prima di rientrare a casa feci la spesa per preparare una cenetta indimenticabile, tutto doveva essere perfetto. Al suo rientro da scuola Consuelo intuì che nell'aria c'era qualcosa di diverso, mi riempì di complimenti per mio nuovo look e per il profumo proveniente dalla cucina. Ma rimase a bocca aperta quando, tutta truccata, col vestito nuovo ed un paio di tacchi alti, mi presentai al suo giudizio. “ Sei perfetta, non sembri più la stessa!” esclamò meravigliata. In effetti non ero niente male! “Papà cadrà ai tuoi piedi” incalzò “penso che stasera andrò a letto presto, così potrete rimanere un po' da soli” Mi schiacciò l'occhio con aria complice. Che amore di ragazza, mi voleva davvero bene. Quella sera Fernando arrivò puntuale, sentii la macchina entrare in garage e il cuore iniziò a battere forte. Consuelo mi guardava con un sorrisetto malizioso stampato sulle labbra. Quando lui varcò la soglia di casa e ci vide rimase immobile a fissarci, senza proferir parola. Sembrava sorpreso, emozionato. Sua figlia gli corse incontro saltandogli al collo e riempiendolo di baci “Papà, guarda Elisa, è bella stasera, vero?” gli gridò. “Si è bella” rispose “ ma è bella anche quando cucina, fa i lavori, torna trafelata dalla spesa...è sempre bella” Il suo sguardo e quelle parole sciolsero ogni mia riserva: mi amava per quello che ero, per la mia semplicità. Sono trascorsi molti anni da quel giorno, sono diventata la signora Cortes e Consuelo ha un fratellino e una sorellina, è una ragazza serena, fa la hostess ed è fidanzata con un pilota inglese. Fernando ed io siamo molto felici e oggi lo siamo ancor di più: il dottore ci ha rivelato che il figlio che aspetto è una vispa bimbetta !

lunedì 9 novembre 2015

E IL DESTINO DECISE PER ME (seconda parte)


Papà questa è Elisa” disse eccitata Consuelo. L'uomo stringendomi la mano si presentò: “Piacere, sono Fernando Cortes, ma prego si accomodi!” Io sempre più in imbarazzo sprofondai sul divano. “Mia figlia mi ha raccontato del vostro incontro” continuò “e della sua proposta,...io vorrei tenere Consuelo con me, figuriamoci, ma noi siamo soli ormai ed io lavoro tutto il giorno, dirigo la filiale italiana di una grande ditta spagnola, come posso lasciare la ragazza sola e, se non la mando in collegio, a chi potrei affidarla con tranquillità? E' da poco che abitiamo qua, non conosciamo nessuno e...” . “Ma adesso conosciamo Elisa” interruppe la ragazzina! Ora toccava a me parlare “Senti Consuelo, tu non mi conosci, tuo padre non mi conosce, io non vi conosco, ma ho capito il problema e forse possiamo aiutarci a vicenda. Dunque ...io sono una maestra elementare purtroppo disoccupata, ho fatto mille lavori, adoro i bambini, so cucinare, tenere pulita la casa, non ho il ragazzo e penso di essere affidabile, sarei disponibile ad occuparmi di sua figlia e se lei, dopo aver preso le dovute informazioni su di me, signor Cortes, mi ritenesse idonea per questo compito, sarei felice di mettermi a vostra disposizione, anche per un periodo di prova”. Il signor Cortes ascoltava con molta attenzione, erano imbarazzanti quegli occhi chiari puntati su di me, ma continuai “So che Consuelo ha perso da poco la sua mamma...non la privi anche del suo affetto mettendola in collegio e non privi se stesso della vicinanza di sua figlia, la solitudine distruggerebbe entrambi!”. Sentivo gli occhi umidi, quelle due persone così sole mi mettevano tanta tristezza, una sofferenza alla quale ero davvero partecipe. Fernando non mi aveva mai tolto gli occhi di dosso. Dopo un breve silenzio parlò con voce emozionata “Lei è molto sensibile...Elisa...questa è una dote che ammiro. Ascolti...mia figlia riprenderà la scuola il ventidue settembre, quindi ci sono ancora parecchi giorni prima di decidere, nel frattempo le sarei grato se si occupasse di lei, dovrà però trasferirsi da noi perché a volte per lavoro resto fuori fino a tardi. Se la sente di provare?” Guardai Consuelo che aspettava ansiosa la mia risposta. Mi conosceva da un giorno e già si era affezionata, quanto doveva soffrire di solitudine quella bambina. “Certo che me la sento” risposi. La ragazzina felice mi saltò al collo e mi baciò lasciandomi senza parole. “Bene” esordì Fernando “se domani vuole venire le farò preparare la stanza degli ospiti, ora mi scusi ma ho portato del lavoro a casa e devo terminarlo” Mi strinse la mano e si congedò con uno splendido sorriso. Rimasi con Consuelo che mi mostrò tutta eccitata il resto dell'abitazione, soprattutto la sua cameretta. Era ormai sera quando la salutai. Sulla corriera iniziai a pensare a quello che avrei detto ai miei circa il nuovo lavoro ed il conseguente trasferimento. Non fu facile convincerli ma alla fine compresero che ero abbastanza grande e coscienziosa per prendere le giuste decisioni. Preparai le valigie e sinceramente quella notte non chiusi occhio, preoccupata sia per l'impiego preso, sia per il dover lasciare la mia adorata casa, anche se non andavo poi così lontano. La mattina mi presentai a casa Cortes dove trovai ad accogliermi un'euforica Consuelo ed un'anziana signora, la governante Angela. La mia stanza era spaziosa e ben arredata, ma fredda, senza colore, proprio come le altre stanze, solo la cameretta della ragazza, con qualche poster alle pareti, peluches qua e là ed un copriletto colorato appariva leggermente più calda, più viva. In quella casa mancava qualcosa, il dolore era ancora troppo palpabile, ma bisognava ritornare a vivere e credo che il mio arrivo contribuì a cambiare in positivo le cose. Iniziai ad occuparmi di Consuelo a tempo pieno che, con le mie attenzioni, sembrò rifiorire. Uscivamo a fare la spesa, aiutavamo Angela nelle pulizie, facevamo i compiti delle vacanze e trascorrevamo tanto tempo nel giardino a chiacchierare. Qualche volta ci raggiungeva anche suo padre e, sorseggiando una bibita fresca, parlavamo un po' di tutto. A guardarci sembravamo un'allegra famigliola. Spesso portavo Consuelo a casa dei miei genitori, ai quali si affezionò moltissimo e loro contraccambiavano il suo affetto considerandola un'altra nipotina. Raccontando le sue giornate al padre, la ragazzina era raggiante e, nel vederla così serena e felice, decise di assumermi fissa, accantonando definitivamente l'idea del collegio. La scuola era iniziata, così al mattino aiutavo l'anziana governante nei lavori domestici. Si può dire che ormai facevo quasi tutto io. La povera Angela ultimamente non era in gran forma ed un giorno comunicò al signor Fernando la sofferta decisione di lasciare il lavoro. A malincuore, dopo tanti anni di servizio, non si sentiva più in grado di svolgere un compito diventato per lei troppo gravoso ed aveva deciso di andare in pensione. Desiderava raggiungere la sorella in Piemonte per godersi insieme una tranquilla vecchiaia. Quello le sembrava il momento giusto per mollare perché c'ero io e quindi si sentiva sicura di lasciare padre e figlia in buone mani. La cosa non poteva che lusingarmi ma, al tempo stesso, mi preoccupava il peso delle future responsabilità, comunque non mi tirai indietro quando Fernando chiese se me la sentivo di accettare anche quel lavoro. Così, andata via Angela, diventai quasi la padrona di casa: lavavo, stiravo, pulivo, cucinavo, mi occupavo di Consuelo e di suo padre, del quale godevo piena fiducia. Quando a tavola mangiavamo tutti e tre insieme nell'aria si respirava una serena armonia familiare. Spesso incrociavo lo sguardo di lui e nei suoi occhi leggevo molta ammirazione. Un giorno mentre stiravo mi venne vicino e all'orecchio mi sussurrò: “ Sei una donna speciale” Se non fossi stata una ragazza con i piedi ben piantati a terra potevo pensare che mi stesse corteggiando, ma era impossibile! Come poteva un uomo così affascinante e sensuale interessarsi ad una donna insignificante come me! Pensai che la sua era in realtà profonda gratitudine per tutto quello che facevo ma...mi sbagliavo.

domenica 8 novembre 2015

Salse Per Ogni Gusto!!!


SALSA BESCIAMELLA

Occorrente: 50 gr. di burro, 50 gr. di farina, mezzo litro di latte, sale quanto basta.

Esecuzione: in un pentolino fate sciogliere il burro ( senza farlo colorire!) e poi gettate in un sol colpo la farina. Mescolate rapidamente con un cucchiaio di legno fino a che la farina avrà assorbito tutto il burro e formato una piccola palla, quindi versate poco a poco il latte che dovrà essere caldo. Girate sempre con un cucchiaio di legno e fate cuocere per venti minuti. A cottura ultimata salate. Se la besciamella dovrà essere più liquida aggiungete più latte, se più densa diminuite la dose del latte. Ma il tempo di cottura deve essere sempre venti minuti. 


SALSA OLANDESE

Occorrente: 2 tuorli d'uovo, 200 gr. di burro, mezzo cucchiaio di acqua, un cucchiaio di succo di limone, un pizzico di sale.

Esecuzione: in un pentolino mettete i 2 tuorli, quanto una noce di burro divisa in pezzettini, il sale e l'acqua. Tenete il pentolino sull'angolo del fornello e il fuoco molto basso e, quando vedrete che il burro comincia a liquefarsi, aggiungete il rimanente del burro ( che avrete già liquefatto) pian piano sbattendo sempre con una forchetta; sbattete velocemente come fate per montare a neve le chiare d'uovo. Quando la salsa sarà ben soffice e vellutata, aggiungete goccia a goccia il succo di limone. Servitela calda. 


SALSA CORBET

Occorrente: 130 gr. di burro, un cucchiaio abbondante di brodo, una cucchiaiata di prezzemolo tritato, il succo di mezzo limone. 

Esecuzione: in un pentolino fate scaldare il brodo, poi aggiungete pezzetto per pezzetto il burro e sbattendo sempre con una forchetta; tenete il pentolino sull'angolo del fornello e il fuoco molto basso. Quando la salsa sarà diventata densa, aggiungete il succo di limone e il prezzemolo. Levate dal fuoco e mescolate. Questa salsa si spalma sul filetto o sulle bistecche un attimo prima di servire. 


SALSA VERDE

Occorrente: 4 cucchiai di prezzemolo tritato, un uovo sodo, sale e pepe quanto basta, aglio (facoltativo)

Esecuzione: tritate con la mezzaluna l'uovo sodo (bianco e rosso) e il prezzemolo. Raccogliete il tutto in una terrina, aggiungete un po' di olio, sale, pepe e mescolate. Servitela in salsiera con carni o pesci lessi. 


SALSA TONNATA

Occorrente: 1/4 di vino bianco, mezzo sedano, mezza cipolla, 100 gr. di tonno sott'olio, 1 acciuga, 1 tazzina di maionese

Esecuzione: mettete in una casseruola la cipolla tagliata a fettine, il sedano tagliato a pezzetti, l'acciuga diliscata, lavata e tagliata a pezzetti, il tonno sbriciolato con la forchetta e sul tutto versate il vino bianco. Fate cuocere per mezz'ora circa; passato questo tempo scolate e passate tutto al setaccio, aiutandovi con un po' di olio. Raccogliete il passato in una terrina, aggiungete la tazzina di maionese e mescolate accuratamente. Servite con carne o pesce lessi o uova sode. 


SALSA PICCANTE

Occorrente: 200 gr. do sottaceti assortiti, 2 acciughe, un cucchiaio di farina, 2 cucchiai di olio. 

Esecuzione: mettete in un tegamino l'olio con la farina e fate scaldare appena appena, avendo cura di rimestare sempre con un cucchiaio di legno; versate poi i sottaceti tritati, le acciughe diliscate, lavate e tagliate a pezzetti e un cucchiaio di acqua. Appena alza il bollore togliete dal fuoco. Servitela calda con bollito. 


SALSA CALDA PER PESCE

Occorrente: due cucchiai colmi di farina, due cucchiai di olio, un mestolo di brodo di pesce, un tuorlo d'uovo, un limone.

Esecuzione: con la farina, l'olio e il brodo di pesce fate una besciamella molto liquida. Quando è pronta toglietela dal fuoco e aggiungete il tuorlo d'uovo e il succo di limone, mescolando con un cucchiaio di legno fino ad ottenere una crema. Servitela calda insieme al pesce lesso. 



sabato 7 novembre 2015

Le Frasi Del Giorno



   "IL PERDONO VIENE DA ANIMO GENEROSO"

(Macchiavelli)





"LO SPIRITO SUPPLISCE AL SAPERE"

(Vauvenargues)





"NESSUNO PUO' SERVIRE DUE PADRONI"

(S. Matteo)

Il Giornalino Del Lotto 8

Care amiche, "paura" è felice finalmente, i Gemelli su Bari sono usciti, ora la sua attenzione si sposta su Genova dove il 55-90 dominano la classifica dei ritardatari; buono l'ambo da giocare anche se su Tutte, magari aggiungendo il 73 per terno 55-73-90, comunque l'11- 77 sono da non sottovalutare visto il loro mega ritardo sulla ruota ligure. Col 90 (naturalmente per "paura") in abbinamento. 
Buono anche il 61 e il 78. 

Su Tutte buono il 3-33-90 e il 3-13-33. 

Il 5 su Firenze fa il prezioso e si nasconde da ben 108 estrazioni, comunque la previsione 5-55-90 è sempre valida. 

Per il 10eLotto sempre valida la combinazione 17-19-44-47-90 . "Paura" spera per voi che tra questi presto spunti il n° ORO.

L'87 su Venezia diventa centenario, gli ambi con maggiore frequenza con questo n° sono : 

87-51                   87-63              87-43

87-49                   87-13

Naturalmente ognuno di voi ha i suoi numeri magici, giocate poco e divertitevi. 

OGNI NOME IL SUO NUMERO 
Oggi alcuni nomi con iniziale la lettera D ..buona fortuna col vostro numero magico!

DAMIANA       27                  DIAMANTE            3
DAMIANO       77                  DIDIMO                39
DANIELE         11                  DIEGO                   86  
DANIELA         11                 DOMENICA           40
DANTE             39                 DOMENICO             4
DARIO              13                 DOMITILLA           90
DAVIDE           19                 DONATO                  7
DIANA               2                 DOROTEA                5